Gruppo Cassa di Risparmio di Asti – Risultati preliminari dell’esercizio 2018 (1)

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Confermati sia il quadro di solidi fondamentali del Gruppo sia la capacità reddituale operativa; realizzata un’intensa attività di riduzione dei crediti deteriorati nell’ambito di una strategia triennale di ulteriore derisking; avviata a fine 2018 l’operazione societaria straordinaria per l’unione di Banca di Asti e Biverbanca con vantaggi economici, patrimoniali e di governance.

Il Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Asti S.p.A. (“Banca di Asti”), nella seduta odierna, ha approvato le situazioni patrimoniali ed economiche individuali e consolidate preliminari al 31 dicembre 2018.

Confermato il quadro di solidi fondamentali:

  • CET 1 ratio consolidato all’11,70% e Total Capital Ratio consolidato al 14,85%, (corrispondenti, rispettivamente, al 13,23% e al 16,38% tenuto conto dell’operazione societaria Biverbanca) ampiamente superiori ai requisiti minimi regolamentari (per maggiori dettagli si rinvia alla successiva tabella);
  • robusta situazione di liquidità: LCR pari al 163% e NSFR gestionale al 150% circa;
  • elevato coverage dei crediti deteriorati: 49% a livello consolidato, nonostante la rilevante operazione di derisking realizzata mediante cessione di sofferenze per 700 milioni di euro.

Massa Fiduciaria del Gruppo in crescita a 15,1 miliardi di euro e Prodotto Bancario Lordo a circa 23 miliardi di euro; ulteriore espansione delle masse di risparmio gestito (+7,38% al netto delle sfavorevoli variazioni di mercato).

Positiva dinamica degli impieghi economici netti a clientela (+2,49% rispetto al 31 dicembre 2017 escludendo l’effetto della cessione NPL) che conferma il concreto impegno nel supportare famiglie e operatori economici anche tramite l’attività creditizia.

NPL ratio lordo in marcata diminuzione al 12,73% dal 17,81% registrato al 31 dicembre 2017 nell’ambito della strategia di gestione degli NPL, che prevede la riduzione di tale indicatore al di sotto del 10% entro il 2019 e circa al 7% entro il 2021.

NPL ratio netto in contrazione al 7,02% dal 10,56% al 31 dicembre 2017.

Risultato complessivo consolidato 2018 pari euro 26,4 milioni, di cui euro 5,9 milioni a conto economico consolidato ed euro 20,5 milioni a diretto incremento del patrimonio netto([2]) in applicazione del nuovo principio contabile IFRS 9. Tale risultato, al netto delle componenti reddituali non ricorrenti([3]), ammonta a euro 55,2 milioni di cui euro 34,7 milioni a conto economico ed euro 20,5 milioni a riserve patrimoniali.

In data 29 novembre 2018 Banca di Asti, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli hanno sottoscritto un Accordo Quadro avente ad oggetto l’acquisizione da parte di Banca di Asti delle residue azioni Biverbanca detenute dalle stesse Fondazioni mediante conferimento in natura e relativo aumento di capitale di Banca di Asti loro riservato. L’Operazione, condivisa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, è volta ad un potenziamento dell’assetto del Gruppo C.R. Asti grazie alla generazione di importanti sinergie di carattere industriale e ad una più ottimale allocazione del capitale. Comporterà inoltre un rafforzamento della governance con una forte attenzione allo sviluppo economico – sociale dei territori di riferimento del Gruppo.

“RISULTATI CONSOLIDATI DEL GRUPPO CASSA DI RISPARMIO DI ASTI AL 31/12/2018”]

Raccolta diretta: 9.088 milioni di euro (+4,06% su 31/12/2017), di cui da clientela 8.206 milioni di euro (+3,54% su 31/12/2017)

Raccolta gestita: 3.189 milioni di euro (-2,82% su 31/12/2017); +7,38% al netto dell’impatto della valutazione di mercato

Raccolta globale: 15.096 milioni di euro (+0,91% su 31/12/2017), di cui da clientela 14.214 milioni di euro (+0,44% su 31/12/2017)

Crediti netti a clientela: 7.160 milioni di euro (+2,49% su 31/12/2017 al netto della cessione NPL), interamente rappresentati da impieghi economici

Utile netto: 5,9 milioni di euro oltre a riserve direttamente a patrimonio per 20,5 milioni di euro (relative ai crediti Pitagora – cfr. nota 2); 34,7 milioni di euro, oltre a ulteriori riserve per 20,5 milioni di euro, escludendo le componenti reddituali non ricorrenti (cfr. nota 3)

ROE: 0,74% (3,33% includendo la riserva a patrimonio) corrispondente al 4,39% (6,98% includendo la riserva a patrimonio) se si escludono le componenti reddituali non ricorrenti

Cost income: 67,05% escludendo i contributi e gli oneri relativi al sistema bancario e i costi straordinari connessi all’attivazione del Fondo Esuberi

CET 1 Ratio: 11,70% (12,14% al 31/12/2017)

Total Capital Ratio: 14,85% (14,83% al 31/12/2017)

Indice di leva finanziaria: 16,23 (12,67 al 31/12/2017)

Indici della posizione di liquidità sensibilmente superiori ai livelli regolamentari: LCR (Liquidity Coverage Ratio) 163% – NSFR (Net Stable Funding Ratio) gestionale circa 150%

Coverage ratio sofferenze: 68,12% (55,51% al 31/12/2017)

Coverage ratio totale crediti deteriorati: 48,79% (45,90% al 31/12/2017)

I risultati preliminari al 31 dicembre 2018 confermano un quadro di elevata solidità in termini di ratio patrimoniali, sia individuali che consolidati, ampiamente superiori ai limiti minimi regolamentari stabiliti per il Gruppo C.R. Asti dall’Autorità di Vigilanza nell’ambito del periodico processo SREP([4]), con un ampio margine di sicurezza in termini di surplus patrimoniale.

RIEPILOGO COEFFICIENTI PATRIMONIALI AL 31 DICEMBRE 2018
    
Coefficienti patrimonialiCET 1TIER 1Total Capital
    
CR Asti15,82%15,82%19,58%
Biverbanca22,18%22,18%22,18%
Pitagora22,90%N.A.22,90%
    
GRUPPO C.R. ASTI11,70%11,85%14,85%
SREP Dicembre 2018 (Overall Capital Requirment)7,075%8,813%11,125%
Surplus Patrimoniale+463 pb+304 pb+373 pb
Surplus Patrimoniale corrispondente post operazione Biver+615 pb+456 pb+525 pb
    

Nel 2018 il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti ha conseguito risultati positivi.

L’utile netto ammonta a 5,9 milioni di euro a cui si aggiungono euro 20,5 milioni a diretto incremento del patrimonio netto relativi ai crediti Pitagora (cfr. nota 2), per un risultato economico complessivo dell’anno pari a 26,4 milioni di euro a fronte di un utile netto 2017 di 32,8 milioni di euro.

Al netto delle componenti reddituali non ricorrenti (cfr. nota 3) l’utile netto 2018 ammonta a 34,7 milioni di euro a cui si aggiungono i citati euro 20,5 milioni a diretto incremento del patrimonio netto, per un risultato gestionale annuo complessivo pari a euro 55,2 milioni.

Escludendo la componente istituzionale, le attività finanziarie gestite ammontano a 14,8 miliardi di euro (+0,79% su 31/12/2017) mentre la quota retail della raccolta diretta, pari a 8.206 milioni di euro, fa registrare un incremento a/a pari al 3,54%. La raccolta indiretta si attesta a 6.008 milioni di euro, di cui 3.189 milioni di euro sono rappresentati dalla componente di risparmio gestito che, escludendo la sfavorevole variazione di mercato, ha registrato un rilevante incremento (+7,38%) rispetto al 31 dicembre 2017.

Includendo anche la raccolta istituzionale, le attività finanziarie intermediate ammontano complessivamente a circa 15,1 miliardi di euro.

I crediti netti verso clientela, interamente rappresentati da impieghi economici, si attestano, al lordo delle operazioni di cartolarizzazione realizzate dalla Capogruppo, a 7.160 milioni di euro (+2,49% su 31/12/2017, immunizzando l’effetto della cessione NPL) a conferma di una politica creditizia di Gruppo volta a sostenere concretamente lo sviluppo dell’economia reale.

Il margine di interesse al lordo delle rettifiche di valore su crediti ammonta a 174,9 milioni di euro, in riduzione di 21,4 milioni di euro rispetto al 2017 (-10,89%). Tale dinamica è essenzialmente riconducibile alle nuove modalità di contabilizzazione e rappresentazione in bilancio connesse all’adozione del nuovo principio contabile IFRS 9.

Le rettifiche nette su crediti effettuate nel corso dell’anno ammontano a euro 60,9 milioni (euro 70,2 milioni nel 2017, pari a -13,28%) e determinano un costo del credito pari allo 0,79% degli impieghi lordi verso la clientela (0,89% nel 2017). L’operazione di cessione di sofferenze effettuata nel corso del 2018 ha inoltre determinato perdite da cessione di crediti per circa 31,0 milioni di euro.

Conseguentemente a tali dinamiche, anche a seguito della prima applicazione del nuovo principio contabile IFRS 9, il livello di copertura dei crediti deteriorati si attesta al 48,79% (45,90% a fine anno precedente).

In particolare, i crediti in sofferenza – che al netto degli accantonamenti incidono sul totale dei crediti per il 2,15% (in forte contrazione rispetto al dato registrato a fine 2017, pari al 6,32%) – presentano un livello di copertura pari al 68,12%, in marcato aumento rispetto al 55,51% registrato al 31 dicembre 2017.

Il margine di intermediazione netto è pari a 245,8 milioni di euro e include:

  • le commissioni nette, che ammontano a 125,5 milioni di euro a fronte di un dato 2017 pari a 96 milioni di euro (+30,71%); tale variazione risente delle differenze a/a riscontrabili nella struttura dei ricavi riferiti alla controllata Pitagora connesse alle modifiche del pricing del prodotto CQS/CQP in aderenza al Protocollo di Autodisciplina del settore; limitando il perimetro di analisi alle banche commerciali del Gruppo, infatti, le commissioni nette presentano un significativo incremento a/a pari al 15,72% (+4,79% al netto dei proventi non ricorrenti);
  • il risultato netto delle attività e passività finanziarie – che comprende sia il risultato dell’operatività in strumenti finanziari sia la valutazione delle passività finanziarie rilevate al fair value nonché, a partire dal 1° gennaio 2018, gli utili/plusvalenze da cessione/valutazione dei crediti originati o acquistati dalla controllata Pitagora – è positivo per 25,1 milioni di euro a fronte di un valore pari a 44,3 milioni di euro registrato nel 2017.

I dividendi su partecipazioni percepiti dal Gruppo assommano a 13,0 milioni di euro e sono in prevalenza riferiti alle partecipazioni detenute dalle banche del Gruppo C.R. Asti in Banca d’Italia e in Cedacri S.p.A.

I costi operativi ammontano a 256,1 milioni di euro: di questi il costo del personale è pari a 142,1 milioni di euro e si presenta in aumento (+5,54%) rispetto al corrispondente dato del 2017. Al netto dell’accantonamento riferito al Fondo Esuberi, il costo del personale risulta pari a 126,1 milioni di euro (in riduzione del 3,30% a/a).

La componente riconducibile alle altre spese amministrative, pari a 85 milioni di euro – considerate escludendo i contributi ai Fondi di Risoluzione Nazionale, SRF e DGS (pari a 9,9 milioni di euro) e i costi relativi all’operazione di derisking con GACS (pari a 4,6 milioni di euro) – si presenta sostanzialmente invariata.

Il governo della dinamica degli oneri operativi è avvenuto, come previsto dai piani aziendali, senza rinunciare alla concretizzazione delle scelte strategiche del Gruppo C.R. Asti, in termini sia di sviluppo commerciale sia di investimento nel capitale umano sia di progettualità di cambiamento, finalizzate a perseguire efficacemente i propri obiettivi di medio-lungo termine.

Il cost/income, che corrisponde al rapporto tra costi operativi e margine lordo di intermediazione, per il 2018 è pari al 74,79%. Il suo valore gestionale, ossia ricalcolato escludendo gli oneri a sostegno del sistema bancario e il costo straordinario riferito al Fondo Esuberi, si attesta al 67,05%.

I Fondi Propri del Gruppo C.R. Asti, comprensivi dell’apporto riconducibile all’utile di periodo (in fase di certificazione) al netto dell’ipotesi di distribuzione dei dividendi, ammontano al 31 dicembre 2018 a 951 milioni di euro e, conseguentemente, il CET 1 Ratio, indicatore di solidità e solvibilità basato sul patrimonio di qualità primaria, è pari all’11,70%. Il Total Capital Ratio al 31 dicembre 2018 si attesta invece al 14,85%. Considerando i benefici attesi connessi all’operazione societaria straordinaria con Biverbanca, tali indicatori corrispondono rispettivamente al 13,23% e a 16,38%.

([4]) In data 27 giugno 2018 Banca d’Italia ha comunicato alla Capogruppo Banca di Asti il proprio provvedimento circa i valori dei requisiti minimi di capitale da rispettare a livello consolidato in relazione al periodico processo di revisione prudenziale (SREP) condotto sul Gruppo C.R. Asti.

Raccolta diretta: 6.019 milioni di euro (+4,10% su 31/12/2017), di cui da clientela 5.305 milioni di euro (+4,80% su 31/12/2017)

Raccolta gestita: 1.800 milioni di euro (-3,66% su 31/12/2017); +7,64% al netto dell’impatto della valutazione di mercato

Raccolta globale: 9.464 milioni di euro (+1,33% su 31/12/2017), di cui da clientela 8.751 milioni di euro (+1,51% su 31/12/2017)

Crediti netti a clientela: 5.457 milioni di euro (+2,83% su 31/12/2017 al netto della cessione NPL), interamente rappresentati da impieghi economici

Utile netto di periodo: 14,8 milioni di euro (-21,20% a/a); 33,9 milioni di euro (+46,55% a/a) escludendo le componenti reddituali non ricorrenti (cfr. nota 3)

ROE: 2,35% (2,47% al 31/12/2017); corrispondente al 5,37% (3,03% al 31/12/2017) escludendo le componenti reddituali non ricorrenti (cfr. nota 3)

Cost income: 56,49% (60,71% al 31/12/2017) escludendo contributi e oneri relativi al sistema bancario e i costi straordinari connessi all’attivazione del Fondo Esuberi

CET 1 Ratio: 15,82% (15,72% al 31/12/2017)

Total Capital Ratio: 19,58% (19,11% al 31/12/2017)

Indice di leva finanziaria: 13,28

Coverage ratio sofferenze: 68,31% (54,77% al 31/12/2017)

Coverage ratio totale crediti deteriorati: 47,94% (45,79% al 31/12/2017)

L’esercizio 2018 si è concluso in modo positivo per la Cassa di Risparmio di Asti S.p.A., che ha realizzato un utile netto di 14,8 milioni di euro. Escludendo le componenti reddituali non ricorrenti (cfr. nota 3) il risultato netto risulta pari a euro 33,9 milioni (+44,55% rispetto al dato dell’esercizio 2017 ricalcolato con criteri omogenei).

Tralasciando la componente istituzionale, le attività finanziarie gestite ammontano a 9,2 miliardi di euro (+0,27% su 31/12/2017), di cui 5,73 miliardi di euro riferiti alla raccolta diretta da clientela retail, che presenta quindi un incremento a/a pari al 4,80%. La raccolta indiretta, che ammonta a 3.5 miliardi di euro e comprende 1.800 milioni di euro di risparmio gestito che, escludendo la sfavorevole variazione di mercato, ha registrato un rilevante incremento (+7,64%) rispetto al 31 dicembre 2017.

A livello complessivo, le attività finanziarie intermediate si attestano su un valore pari a circa 9,5 miliardi di euro (+1,33% su 2017).

I crediti netti verso clientela, interamente rappresentati da impieghi economici, raggiungono i 5.457 milioni di euro (+2,8% su 31/12/2017, immunizzando l’effetto della cessione NPL) a conferma del concreto sostegno che la Banca mantiene nei confronti di famiglie e operatori economici.

Il margine di interesse, al lordo delle rettifiche di valore su crediti, si è attestato a 136,4 milioni di euro, in contrazione del 5,04% rispetto al dato riferito al 31 dicembre 2017. Tale dinamica è essenzialmente riconducibile alle nuove modalità di contabilizzazione e rappresentazione in bilancio connesse all’adozione del nuovo principio contabile IFRS 9.

Le rettifiche nette su crediti, che ammontato a 60,7 milioni di euro, sono aumentate a/a (+11,22%) e determinano un conseguente costo del credito pari allo 1,03% degli impieghi economici lordi verso clientela che si presenta in lieve aumento rispetto allo 0,93% rilevato al 31 dicembre 2017.

Il livello di copertura dei crediti deteriorati si attesta al 47,94% (a fronte di un dato riferito al 31/12/2017 pari al 45,79%). In particolare, al netto delle rettifiche di valore, l’incidenza dei crediti in sofferenza, sul totale dei crediti è pari al 2,04% (in significativo calo dal 6,32% del 31/12/2017) ed il loro livello di copertura risulta essere pari al 68,31% rispetto a un dato al 31 dicembre 2017 pari al 54,77%.

Al netto delle rettifiche di valore su crediti, il margine di interesse ammonta a 46,2 milioni di euro e si presenta in significativo calo, rispetto al 31 dicembre 2017 (-47,68% a/a).

Le commissioni nette ammontano a 82,6 milioni di euro, con un sensibile incremento (+21,58%) rispetto al 31 dicembre 2017 legato in prevalenza ai comparti del gestito e delle assicurazioni danni, anche grazie a componenti non ricorrenti al netto delle quali l’incremento a/a sarebbe pari a +4,67%.

I dividendi su partecipazioni, pari a 10,9 milioni di euro, sono pressoché interamente riconducibili alle partecipazioni detenute in Banca d’Italia e in Cedacri S.p.A. e alle controllate Biverbanca e Pitagora.

Il margine di intermediazione netto si attesta a 152,1 milioni di euro (166,8 milioni di euro al 31 dicembre 2017; -8,84%).

Le spese per il personale, pari a 86,1 milioni di euro, risultano in aumento del 4,22% rispetto al dato al 31 dicembre 2017. Al netto dell’accantonamento riferito al Fondo Esuberi, tale voce scende a 77,9 milioni di euro e presenta un decremento a/a pari a -2,82%.

Il Cost/Income, principale indicatore dell’efficienza industriale, si attesta al 62,83% (63,77% rilevato al 31 dicembre 2017); escludendo spese e oneri a sostegno del sistema bancario e il costo riferito all’attivazione del Fondo Esuberi risulta pari al 56,49%, confermando il buon grado di efficienza di Banca C.R. Asti tenuto conto degli oneri connessi alle strategie di sviluppo finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di medio-lungo termine.

I Fondi Propri individuali, comprensivi dell’apporto riconducibile all’utile di periodo al netto dell’ipotesi di distribuzione dei dividendi, ammontano a 929,5 milioni di euro. Il CET 1 Ratio, indicatore di solidità e solvibilità che rappresenta di fatto il patrimonio di qualità primaria, è conseguentemente pari al 15,82%. Il Total Capital Ratio al 31 dicembre 2018 è invece pari al 19,58%.

L’indice di leva finanziaria è pari a 13,28, in aumento di 2,2 punti rispetto al livello di fine 2017.

Le risultanze sopra descritte e commentate confermano la validità delle scelte strategiche di fondo della Banca di Asti, mirate a preservare, e ove possibile a migliorare, i solidi fondamentali del Gruppo senza rinunciare, grazie ad una costante attenzione sia all’efficienza operativa sia alla diversificazione e all’incremento delle fonti di ricavo, ad una soddisfacente creazione di valore per gli azionisti che, insieme agli altri stakeholders, accordano la loro fiducia al Gruppo.

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Allo scopo di fornire una più completa informativa, si riportano in allegato i prospetti riclassificati di stato patrimoniale e conto economico individuali e consolidati relativi all’informativa volontaria sui risultati preliminari dell’esercizio 2018.  Tale informativa non costituisce un bilancio individuale o consolidato conforme ai principi contabili internazionali IAS/IFRS. Infatti, il progetto di bilancio di esercizio e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2018 verranno sottoposti all’approvazione del Consiglio di Amministrazione della Banca previsto entro la fine del mese di marzo 2019 e, pertanto, potrebbero essere soggetti a variazioni anche alla luce di eventi verificatisi successivamente. Tali documenti verranno sottoposti all’esame della società incaricata della revisione legale dei conti e saranno messi a disposizione degli azionisti entro i termini previsti dalle disposizioni normative e regolamentari applicabili.

Si segnala, inoltre, che, contestualmente all’approvazione del progetto di bilancio di esercizio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2018, è previsto che il Consiglio di Amministrazione proceda all’approvazione di un nuovo “Resoconto semestrale consolidato riclassificato 2018”, pubblicato su base volontaria e non soggetto alla disciplina sulle situazioni infrannuali prevista dal principio contabile IAS 34. Tale Resoconto sarà redatto in applicazione dei medesimi criteri di prima applicazione (FTA) del principio contabile IFRS 9 utilizzati ai fini del bilancio consolidato al 31 dicembre 2018 che, si precisa, sono per taluni aspetti differenti da quelli adottati ai fini del “Resoconto semestrale consolidato riclassificato 2018” approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 7 agosto 2018 che forniva una prima rappresentazione provvisoria dell’impatto previsto dalla summenzionata FTA.

* * *

Raccolta diretta: 3.030 milioni di euro (+1,05% su 31/12/2017)

Raccolta globale: 5.623 milioni di euro (-1,05% su 31/12/2017), di cui raccolta gestita pari a 1.388  milioni di euro

Impieghi economici a clientela: 1.596 milioni di euro (-0,91% su 31/12/2017 al netto della cessione NPL)

Utile netto: 6,7 milioni di euro (+26,64% su 31/12/2017); 13,6 milioni di euro (+66,7% a/a) escludendo le componenti reddituali non ricorrenti (cfr. nota 2)

ROE: 1,93% (1,45% al 31/12/2017) corrispondente al 3,46% (1,80% al 31/12/2017) se si escludono le componenti reddituali non ricorrenti

Cost income: 76,21% escludendo contributi e oneri relativi al sistema bancario e i costi straordinari connessi all’attivazione del Fondo Esuberi

CET 1 Ratio: 22,18% (19,38% al 31/12/2017)

Total Capital Ratio: 22,18% (19,38% al 31/12/2017)

Indice di leva finanziaria: 11,29 (10,07 al 31/12/2017)

Coverage ratio sofferenze: 67,46% (58,19% al 31/12/2017)

Coverage ratio totale crediti deteriorati: 53,23% (48,18% al 31/12/2017)

“PRINCIPALI RISULTATI DELLA CONTROLLATA PITAGORA S.P.A. AL 31/12/2018”]

Volume di finanziamenti erogati/acquistati: 456 milioni di euro (+5,85% a/a)

Utile netto: 8 milioni di euro (-26,58% a/a) sostanzialmente in linea col budget; escludendo le componenti di ricavo straordinarie riferite al 2017, la variazione a/a risulta pari a -4,09%

ROE: 14,21% (19,11% al 31/12/2017)

Cost income: 49,99% (47,70% al 31/12/2017)

CET 1 Ratio: 22,89% (27,33% al 31/12/2017)

Total Capital Ratio: 22,89% (27,33% al 31/12/2017)

[1] Il 1° gennaio 2018 è entrato in vigore il nuovo principio contabile IFRS 9 relativo alla classificazione e misurazione, impairment ed hedge accounting delle attività finanziarie, che ha sostituito il principio contabile IAS 39. Il Gruppo C.R. Asti, in conformità a quanto previsto dal principio contabile IFRS 9, si è avvalso della facoltà di non rideterminare su basi omogenee i dati comparativi riferiti all’esercizio precedente. Alcuni dati riferiti al 31 dicembre 2018 pertanto potrebbero non risultare confrontabili con i dati dell’esercizio precedente a seguito dei differenti criteri di valutazione applicati.

[2]) Trattasi essenzialmente di riserva patrimoniale relativa al trattamento contabile, a livello di bilancio consolidato in ossequio al nuovo principio contabile IFRS 9, della valutazione dei crediti CDQ Pitagora originati/acquistati nel 2018 e trattenuti nel perimetro di consolidamento a fine esercizio.

([3]) Le componenti straordinarie includono, da un lato, oneri non ricorrenti per l’operazione di derisking con GACS, per l’attivazione del Fondo Esuberi, per il sostegno straordinario al sistema bancario e, dall’altro lato, proventi non ricorrenti per accordi distributivi di prodotti assicurativi.

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